di Francesco Leggieri
Il Mister sta elaborando un numero incalcolabile di pensieri per come affrontare il Vicenza al Menti.
Dalla conferenza stampa di oggi, si è evinto che prevede sicuramente cambiamenti tattici e di formazione, privilegiando la condizione fisica dei giocatori, per una strategia vincente. “Quando sei costretto a vincere, devi fare scelte diverse, come all’andata. Varierò qualcosa in base a quanto visto l’altro giorno. Non saremo una squadra garibaldina, andremo avanti con le certezze che ci hanno già spinti verso un’impresa. Per esempio, potremmo scendere in campo con il 4-2-3-1: schiererò chi starà meglio fisicamente, anche a scapito di qualche giocatore fortissimo”. Tornando alla gara allo Iacovone, il mister ha poi detto: “Il Vicenza è venuto a Taranto con un baricentro basso, pronto poi a ripartire. La partita, però, è stata stappata da un errore clamoroso di Orlando, il quale si è preoccupato di Della Morte sul corner e non ha seguito la linea. Abbiamo avuto diverse occasioni e mantenuto il possesso palla per il 68%. Siamo rimasti in partita fino alla fine, senza farci travolgere”. Ovviamente, la fanno da padrona le emozioni: “A livello mentale ed emozionale, potrebbe essere facile preparare la partita. Al termine del match d’andata ho visto i miei ragazzi con le lacrime agli occhi. Ho detto loro che un entusiasmo del genere allo Iacovone non si vedeva dai tempi di Taranto-Catania di 22 anni fa. Al termine della sfida di martedì, però, dagli spalti sono piovuti solo applausi. Abbiamo fatto qualcosa di impensabile, tra mille difficoltà. Anche domani saremo scortati da tantissima gente, davanti a un pubblico importantissimo come quello di Vicenza e contro una squadra allenata da un ottimo tecnico. Sarà una bella partita, entusiasmante. Lotteremo fino all’ultimo secondo per non tornare a casa con qualche rimpianto”. A Taranto e al Taranto servono più imprese: “Sul campo, ho compiuto un’impresa indimenticabile, ma ho stravinto anche fuori. Quando sono arrivato non si parlava di calcio, mentre ora ho ridato senso di appartenenza alla città, anche grazie al presidente Giove. Ho ritrovato una delle città più belle d’Italia, colpita e offesa in maniera indegna. Ho onorato Taranto contro tutto e tutti: questa città non può stare più di 30 anni senza Serie B. La lunga assenza dalla cadetteria, però, deve portare a qualche domanda. Ora si respira un’aria diversa e tutti dovrebbero ragionare sull’onda di questo entusiasmo”.