Un primo valido aiuto per la persona che fronteggia la Fibromialgia, garantendole un sostegno e il diritto a una migliore qualità di vita. APMARR promuove un incontro online il 12 maggio ore 18, in diretta sui propri Facebook e Youtube.
Il 12 maggio si celebra la giornata mondiale di sensibilizzazione sulla fibromialgia, patologia invalidante e la cui causa rimane ancora sconosciuta.
APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare) il 12 maggio alle ore 18 promuove in quest’occasione un incontro online, in diretta sui propri canali Facebook e Youtube. Interverranno: Cinzia Assalve (Consigliera Associazione Nazionale APMARR Aps), Ilaria Cinieri (Psicologa e Psicoterapeuta, Taranto), Rachele Cirri (Insegnante di Yoga, 500RYT Yoga Alliance Insegnante di Pilates e ginnastica posturale), Alessio Sandalo (Psicologo e Psicoterapeuta, Torino), Francesca Romana Spinelli (Reumatologa e Ricercatrice – Università “La Sapienza” di Roma), Alessandra Palieri (Mental trainer e Terapista Occupazionale fondatrice
“Kintsugimental® & To Emergency”). Modera l’incontro Serena Mingolla, Giornalista, Direttore Rivista “Morfologie”.
La sindrome fibromialgica è caratterizzata da un dolore muscolo-scheletrico cronico e diffuso e da affaticamento. Il dolore diffuso a tutto il corpo, viene spesso descritto come “”bruciante” e associato a contratture muscolari. La sua intensità può variare nei giorni e all’interno della stessa giornata riguardando in particolar modo le aree del corpo sottoposte a maggior sforzo (arti inferiori, collo, spalle). La diagnosi di fibromialgia era inizialmente basata sulla presenza di dolore muscolo-scheletrico diffuso da almeno 3 mesi e dal riscontro di almeno 11 ( su 18) aree dolorabili alla digitopressione definite tender points. I nuovi criteri includono anche la presenza di sintomi clinici che impattano negativamente sulla malattia del paziente.
Oltre al dolore e all’affaticamento infatti, le persone affette da fibromialgia riferiscono numerosi altri sintomi che coinvolgono diversi organi e apparati che possono diventare la problematica principale. Alcuni sintomi tipicamente riferiti sono:
• cefalea,
• dolore toracico,
• rigidità,
• sensazione di gonfiore (in particolare le dita delle mani),
• parestesie (ovvero la sensazione di sensazioni fastidiose come formicolio, calore, etc.),
• alterazioni cutanee (quali prurito, secchezza, comparsa di macchie),
• disturbi gastrointestinali (dolori addominali, difficoltà digestive, colon irritabilie, etc.),
• disturbi del sonno,
• difficoltà di concentrazione,
• ansia,
• depressione
Dal punto di vista sociale, le persone affette da fibromialgia riferiscono difficoltà relazionali (amici, familiari), una ridotta attivazione comportamentale nel quotidiano, dell’attività fisica, etc.
Per questi motivi è stata riconosciuta l’importanza di un trattamento multidisciplinare, che innanzitutto affianchi alla terapia farmacologica interventi psicoeducativi per incrementare sia la conoscenza della malattia sia permettere una maggiore responsabilizzazione della persona affetta da fibromialgia. In particolare, oltre ad una personalizzazione dell’attività fisica e della dieta, diventa fondamentale lo sviluppo dell’autoefficacia del paziente, al fine di maturare la percezione di poter gestire i sintomi attraverso strategie fisiche e mentali. A livello psicoterapeutico possono essere utili interventi cognitivo-comportamentali, per guidare il paziente nell’individuare e modificare pensieri e comportamenti nei confronti del dolore. Ad esempio, si è osservato che c’è una particolare modalità disfunzionale, una tendenza, definita “catastrofismo”, frequente nei soggetti con fibromialgia, che si associa ad una maggiore percezione dell’intensità dei sintomi e ad una maggiore compromissione della funzionalità.
In questo senso, negli ultimi anni, l’approccio trattamentale si è arricchito anche della tecnica
mindfulness: gli studi hanno evidenziato riduzione dell’intensità del dolore, della depressione e dell’ansia. E’ particolarmente indicato per aiutare la persona a non restare prigioniero delle proprie rimuginazioni, che ovviamente tendono ad amplificare le emozioni negative, lo stress, l’ansia e il dolore in generale. La proposta di un intervento multidisciplinare rappresenta certamente quindi il primo valido aiuto per la persona che fronteggia la Fibromialgia, volendole garantire un sostegno e il diritto ad una migliore qualità di vita.