Anna De Bartolomeo fa un’analisi del mondo del teatro e dello spettacolo in città
Estate tempo di spettacoli e Taranto sta dando voce a tanti artisti nostrani, troppo spesso tenuti nell’ombra. A parlarne, Anna De Bartolomeo, regista tarantina che ha voluto dire la sua su un gruppo di giovani artisti in erba che si sono esibiti giovedì 30 giugno, al Teatro Orfeo. “La scorsa settimana ho assistito a due spettacoli interpretati dagli allievi dell’ADAPT, Accademia delle Arti Performative di Taranto. Sono rimasta coinvolta, commossa e divertita tutto il tempo, lunghetto a dire il vero, ma ne è valsa la pena! Questa non vuole essere una recensione critica, per carità, ad ognuno il proprio mestiere. Scrivo da spettatrice con qualche ” decennio di esperienza nel settore”. Conoscevo da tempo le innegabili doti di Simona Licci e Fabrizio Loconsole, titolari dell’accademia, ma devo ammettere che hanno superato le mie aspettative! Il primo spettacolo, Pinocchio, interpretato dai piccoli aspiranti performer, lo conoscevo bene e non mi aspettavo nulla di più di un ” saggio dimostrativo” ma sono stata subito smentita dalla carismatica e potente figura entrata in scena: una sicura promessa della danza e non solo, Andrea Loconsole, figlio d’arte che mi ha sbalordito per presenza scenica, capacità interpretativa e canora nonché abile e talentuoso danzatore. Il suo personaggio emergeva grazie a tutti i partners che, volta per volta, gli si affiancavano, con perfetta adesione ai ruoli garantendo un insieme armonico e coinvolgente. Lo spettacolo mi ha travolta e mi sono ritrovata a cantare nel pubblico tra lo sguardo sbigottito degli astanti! Miracolo e magia del tornare bambini che solo in teatro può verificarsi. So bene che in quel luogo non bisogna mai eccedere, sono la prima ad odiare la claque, ma che male c’è a lasciarsi andare ogni tanto? Non è proprio questo lo scopo di noi teatranti? Fare entrare nel nostro gioco lo spettatore? Quando questo accade e si rimane coinvolti se ne esce appagati, benedicendo il costo del biglietto! Il secondo spettacolo Sister act non lo conoscevo altrettanto bene ma mi ha letteralmente stupito! Era interpretato da allievi più grandi ed era evidente la differenza, vivaiddio, in molte scuole non se ne vede alcuna tra principianti e successivi! Sono stata immediatamente catapultata in un’atmosfera di lustrini, luci, proiezioni, costumi, musiche che spaziavano dal pop al soul, alla disco anni ’70 , danza, canto e recitazione, il tutto assemblato ad arte dalla regia di Fabrizio Loconsole che si è avvalso di professionalità del nostro territorio e che nulla hanno da invidiare ai “professionisti” ! Tutti i ragazzi dalla protagonista all’antagonista, da tutto l’ensemble che, volta per volta, faceva emergere altri elementi, tutti perfettamente inseriti e in ruolo. Questa volta la platea intera partecipava trascinata dall’energia, il ritmo, l’allegria che arrivavano dal palco irradiata dai ragazzi! Professionisti quindi che hanno dimostrato tutto il proprio lavoro, la fatica, i sacrifici, il sudore per realizzare uno spettacolo donato al pubblico. Voci di una qualità incredibile, gambe e braccia con sincronia perfetta, risultati di innumerevoli prove. Nulla lasciato al caso e allora perché non parlare di professionismo? Le realtà del nostro territorio, fucine di talenti pagano lo scotto di essere a Taranto, una realtà non avallate sponsorizzata da alcuno se non negli ultimi anni per il cinema, realtà spesso ignorate, lontane dai riflettori del cinema e della televisione. Sono uscita dal teatro con attaccati addosso sudore e bellezza di questi ragazzi, per questo ho sentito l’impulso di scrivere, di mettere su carta le impressioni ricevute nel vedere persone che ancora ci credono in quello che fanno, non per la gloria, non per il successo, anche se farebbe bene all’anima un po’ di riconoscimento, ma per il solo piacere di dare e di donare emozioni! A tutti: insegnanti, costumisti, addetti tecnici, direttori artistici, interpreti, chapeau!”