Il corpo docente nella sua interezza ha reagito in modo responsabile davanti alla emergenza della pandemia covid-19 dimostrando piena consapevolezza del proprio ruolo nella società, un ruolo molto spesso poco considerato, rimodulando schemi, procedure, fase di interazione e di comunicazione, potenziando al massimo l’uso degli strumenti telematici.
Tutto questo però non può e non deve essere confuso con la capacità e la necessità di interventi in urgenza con la soluzione di un processo educativo che non si esaurisce nella trasmissione di contenuti; non dimentichiamo infatti che la DaD è uno strumento compensativo già in uso per le emergenze sanitarie o le situazioni particolari e delicate (“Scuole in Ospedale “C.M. 345 1986- C.M. 353 1998- D.M. 461 6 Giugno 2019).
“La scuola è un’aula e non un video”, così mi permetto di riportare un inciso dell’Accademia delle Crusca che condivido e che riassume il mio pensiero.
Premesso che la scuola a distanza non può in nessun modo sostituire la scuola in presenza perché non consente la solidità, l’azione educativa, la relazione, in altre parole non consente la realizzazione dei principi fondamentali su cui basare la professione del docente formatore educatore, sono convinta, che molti dei miei colleghi siano concordi nel considerare positiva ed auspicabile una ripresa rapida, fattiva dell’attività scolastica in sicurezza.
In questa fase per tutti molto delicata, anche noi docenti chiediamo il diritto di rientrare, come tutte le altre categorie di lavoratori professionisti, nella fase due, attraverso misure progettuali ponderate, misurate e calibrate.
Il Ministro più volte interpellata sulla questione ha sempre risposto ( se e quando si è degnata di rispondere), in modo approssimativo, i suoi interventi non sono stati mai esplicitati alla richiesta di fondi per le messa in sicurezza o di potenziamento per il personale in servizio quanto piuttosto al fine di potenziare la didattica a distanza.
Ebbene questo non ci aggrada.
Vale la pena di ricordare che la Scuola appartiene alla collettività e rappresenta il motore fondante di un Paese.
Il Personale scolastico, le famiglie esigono risposte chiare, certe , sicure sin da adesso, calibrate a medio e lungo termine che tengano conto dei bisogni educativi di tutti, nessuno escluso.
La Scuola mai come in questo momento ha bisogno di investimenti e di risorse spendibili per riattivare il sistema.
Ministra Azzolina, mi spiace, ma le dico con tutto rispetto per il ruolo che lei riveste, che la Scuola per metà a casa non c’è, non esiste , nel senso che la scuola deve essere inclusiva , deve insegnare l’uguaglianza e non la disuguaglianza!
E mi scuso ancora se mi rivolgo a Lei con tono quasi confidenziale ma mi creda, non è ammissibile la proposta avanzata dai neo esperti da Lei nominati al fine di gestire l’eventuale riapertura delle scuole, che starebbero vagliando la possibilità di fare lezione in ambienti quali musei e biblioteche.
In tutta sincerità ritengo che tale proposta riveli una scarsa conoscenza del mondo scolastico: la presenza di alunni viaggiatori che già si spostano con non poche difficoltà, ed ancora mettere a rischio docenti con ulteriori spostamenti per fare lezione con i relativi spostamenti di sede , in tempo di pandemia ,non la trovo un’idea brillante,poiché metterebbe più a rischio la salute di alunni e di lavoratori ,per non parlare poi del fatto che la proposta non terrebbe conto delle differenze tra le diverse strutture presenti sul territorio.
Crediamo che una delle proposte utili possa essere quella di stabilire sin da subito, una mappatura di tutto il personale scolastico e degli alunni con patologie a rischio ( immunodepressi) ,con un accertamento incrociato da parte delle ASL della situazione vaccinale dei bambini, prima del loro eventuale rientro a scuola.
Sempre in fase di rientro sarà poi fondamentale garantire il distanziamento sociale per tutti , fornire a tutte le scuole dispositivi tali da consentire la misurazione delle temperature all’ingresso per questo, a tale proposito, gli stessi ingressi dovrebbero, ove possibile, essere separati e scaglionati con una prevista sanificazione a tempo, degli ambienti.
Sarà opportuno potenziare la DaD che si è comunque rivelata una notevole e preziosa risorsa in questa situazione emergenziale e prevedere dei momenti in presenza finalizzati alle interrogazioni programmate, laddove ci fossero delle classi “pollaio “, e le strutture non fossero adeguate a garantire un rientro ottimale ed in sicurezza.
Poiché è necessario garantire a tutti le stesse possibilità, le istituzioni scolastiche, in accordo con il MIUR, dovrebbero esercitare al massimo la loro autonomia perché ogni territorio è differente, sicché il MIUR dovrebbe in questo caso specifico limitarsi a fornire le linee guida generali cosi come avvenuto in altri frangenti.
In questo periodo spesso è accaduto che alunni, genitori, docenti , segreterie scolastiche , Dirigenti Scolastici abbiano lavorato di più, ciò in futuro non dovrà più accadere.
Per questo motivo auspichiamo che le scuole mettano a disposizione le aule , con le modalità , sopra esposte, fino al termine del periodo pandemico , le aule ed i laboratori per le discipline che richiedono la presenza e per gli alunni con BES o in svantaggio .
Non dimentichiamo che la scuola deve essere un luogo principalmente inclusivo tenendo conto in primis dei soggetti anche in svantaggio sociale e a rischio dispersione scolastica .
Ribadisco la scuola delle lezioni miste ( io amo definirle ibride) metà a distanza metà in presenza , è un’assurdità .
La ripartenza deve avere la scuola come priorità .
Prof.ssa Antonella Messinese
Componente Coordinamento Provinciale
Responsabile Istruzione e Cultura
Taranto, 23 maggio 2020