E’ veramente patetico e desolante il tentativo, attraverso l’articolo odierno di Carmalo Lopapa, del quotidiano “la Repubblica”, dal titolo “Il rientro amaro della Meloni”, di prevedere un futuro triste e tetro per l’Esecutivo. L’autore scrive:
“ma non sa ancora, la Presidente del Consiglio – meglio finge di non sapere – quanti e quali spine minacciano la ripresa di un governo che mai in questi due anni, come nella nuova fase che si apre, è apparso tanto liso, diviso, privo di strategia, quasi in effetti dissolvenza. Come se la sua parabola avesse iniziato lentissimamente ma inesorabilmente a discendere..”
Io mi vergognerei per cotante falsità. Mi chiedo, Carmelo Lopapa, vive in Italia o quando ha scritto l’articolo sulla Meloni stava pensando a Macron e Scholz?
L’Italia del Governo Meloni ha raggiunto i seguenti obbiettivi:
–è prima nell’attuazione del PNRR per obiettivi raggiunti e risultati attesi dagli investimenti;
- è prima tra tutti i paesi del G7, come certificato dall’OCSE, registrando il miglior aumento del reddito reale delle famiglie + 3,4%
- è al quarto posto nel mondo per esportazioni superando per la prima volta il Giappone
- sgravi fiscali e bonus per chi assume al sud: dopo decenni nei quali è stato lasciato indietro, il Sud torna a crescere riallineandosi, nei numeri su occupazione e PIL, al resto della Nazione, un ulteriore spinta arriverà da settembre, grazie agli investimenti per lo sviluppo e l’occupazione in chiave ZES Unica e PNRR.
- grazie ad un approccio collaborativo delle politiche fiscali, il governo ha conseguito un successo consistente nella lotta all’evasione fiscale registrando un aumento delle entrate di oltre 7 miliardi pari a +31% e oltre 42 miliardi di entrate tributarie pari a + 9,9%
- è incrementata, in controtendenza rispetto all’eurozona, l’entità della produzione manifatturiera italiana;
- incremento del PIL , nel secondo trimestre, +0,2%, , +0,9% su base annua facendo dell’Italia una delle Nazioni più in salute d’Europa; il PIL del Sud 2023 +1,3% oltre la media nazionale (0,9%);
- il rischio povertà in Italia cala al 18,9% , minimo dal 2010;
- aumentati gli stipendi di forze dell’ordine e forze armate;
- politiche sull’Immigrazione: gli sbarchi da Giugno 2023 ad oggi sono in calo del 62%, i rimpatri nei primi 6 mesi sono già 9.000 +20% ;
- Politiche del lavoro: I salari battono l’inflazione e il risparmio torna a salire, cresce l’occupazione giovanile, specie per gli under 25, e aumentano i contratti stabili; + 400.000 nuovi occupati su base annua; il tasso di occupazione sale al 62,3%, il picco più alto mai registrato dal 2004, quello di disoccupazione scende al 6,9%;
Nonostante questi risultati incontrovertibili si ha l’impudenza di scrivere che: “..mai in questi due anni, come nella nuova fase che si apre, è apparso tanto liso, diviso, privo di strategia, quasi in effetti dissolvenza…”?
Forse al quotidiano “la Repubblica” preferiscono, per il nostro Paese, la gestione dei Governi degli ultimi 10 anni a trazione Pd che, pur non vincendo le elezioni, governava con risultati pessimi l’Italia?
Come non ricordare i danni al nostro Paese delle loro sciagurate politiche:
- maxi buco nei conti dello Stato del Supebonus, per oltre 200 miliardi di Euro, l’equivalente di 7 finanziarie, ingessando i bilanci dell’Italia per i prossimi anni;
- politiche del lavoro fallimentari che non hanno creato occupazione;
- reddito di cittadinanza che, lungi da essere uno strumento per venire incontro ai cittadini che avevano perso un lavoro, si è rilevato uno mezzo finalizzato a truffare la legge, facendo percepire una indennità a soggetti che non ne avevano diritto e che se ne stavano, nel migliore dei casi, comodamente a casa;
- politiche sanitarie irrilevanti e devastanti;
- politiche delle immigrazione inesistente;
- divisi in politica estera;
- divisi sulla giustizia;
E’ questo quello che auspica “la Repubblica”? Per fortuna gli italiani la pensano diversamente:
La migliore risposta alle tesi riportate dal quotidiano la Repubblica è stata data dall’ultimo sondaggio de La 7 elaborato dall’istituto Piepoli:
FdI resta abbondantemente il primo partito con il 28,5%, guadagnando lo 0,5%.
Nel centrodestra, si riduce il divario tra Forza Italia e la Lega.
Il partito di Antonio Tajani, forse a causa delle polemiche sullo Ius scholae, perde mezzo punto scendendo all’ 8,5%, mentre il partito di Matteo Salvini resta all’8%, stabile.
A chiudere il gruppo della maggioranza di governo Noi Moderati di Maurizio Lupi, all’1 % tondo.
Ma è nel capitolo del centrosinistra che le noti si fanno dolenti:
il Partito democratico arretra perdendo 0,5 punti, arrestandosi al 22,5% (-0,5).
Il M5S, arenato all’11%, con Alleanza Verdi e Sinistra che guadagna lo 0,5 (ora al 6,6%) così come Azione (3,5%, sempre +0,5). Fermi al 2,5% gli ex alleati alle ultime Europee (finite senza aver superato la soglia di sbarramento peraltro), Italia Viva di Matteo e +Europa di Bonino e Riccardo Magi, entrambi al 2,5 per cento.
Pietro Lospinuso