Titoli che lasciano spazio a varie opinioni.
Al 1 luglio 2020, erano circa 17 i vaccini contro il Covid-19 sviluppati in tutto il mondo e, in fase di valutazione clinica.
Il 17 agosto, la stampa cinese locale riferisce che l’Ufficio statale cinese per la proprietà intellettuale (SIPO) ha approvato il primo brevetto per un candidato vaccino COVID-19, ancora nella terza fase di sperimentazione e che potrebbe essere prodotto in serie in breve tempo.
Analizziamo:
Per effettuare la fase 2 delle sperimentazioni cliniche che sono state condotte su più di 500 persone in Cina, è stato utilizzato, per la realizzazione del vaccino, un virus del comune raffreddore indebolito “Adenovirus tipo 5, Ad5-nCoV”; fase 2 che ha dato, secondo un’indagine condotta dalla rivista medica inglese “The Lancet”, un risultato immunitario positivo, non è chiaro a che, visto che tuttavia gli stessi autori dell’articolo hanno evidenziato che nessuno degli oltre 500 volontari che hanno partecipato al test è stato esposto al virus dopo la vaccinazione, pertanto non è possibiledeterminarne l’efficacia.
Ora la Cina è in piena fase tre, senza una valutazione ancora certa della possibile efficacia e sicurezza del vaccino frettolosamente brevettato, considerando che ancora si trova in piena fase di verifica.
Sappiamo che le sperimentazioni cliniche di fase 3 di un vaccino, oltre a valutare l’efficienza, servono anche per analizzare la sicurezza ed i possibili effetti collaterali, prima di determinare la sua efficacia o fallimento e, quindi passare alla possibile fase di produzione.
Pertanto, vedo una fretta sospetta e fuori logica, testare in paesi come Brasile, Argentina, Perù un vaccino che, prima di passare i confini della Cina, avrebbe dovuto superare in pieno i test di sicurezza della fase 3; risultati che non si ottengono in soli tre mesi. A meno che, ci sia una possibile insufficienza di numero di “volontari” disponibili in Cina che osi sottoporsi al test e, quindi la necessità di trovare cavie esterne, in paesi accondiscendenti.
Non mi piacerebbe pensare che la corsa a chi prima commercializzi un “probabile” vaccino, vada oltre la sua probabile efficacia con risultati che potrebbero essere nocivi per chi si azzarda a “candidarsi” a un test incerto.
Salvatore Del Vecchio