“Te ne sei andato a modo tuo. Nel modo più bello che si possa farlo. Hai ballato con la tua Franca per tutta la serata, hai applaudito i musicisti, riso di gusto alle battute del comico, hai gustato e commentato le prelibatezza della serata, hai festeggiato il tuo discepolo prediletto, hai perfino avuto il tempo di fare una leggera tiratina d’orecchie a qualche giornalista presente all’evento (me compreso). E poi hai parlato descrivendo e raccontando i periodi delle canzoni che ascoltavamo. I particolari, quelli che non mancavano mai nei tuoi scritti. Non hai mai smesso di darci lezioni. Forse l’ultima ce l’hai data ieri. Noi del tavolo dell’ultima cena, saremo riconoscibili stamattina in chiesa a San Martino, nella tua Martina, perché avremo uno sguardo incredulo, perso nel vuoto. Caro Paolo, sono certo avresti avuto da ridire anche su questo scritto, purtroppo non sarà più possibile, vorrei tanto lo fosse. Mi mancheranno le tue videochiamate, i tuoi post, le semplici telefonate. Mi mancherà la tua fantasia e l’ossessiva ricerca della notizia, la verifica con gli attori principali. Mi mancherà la tua ironia, le nostre chiacchierate anche burrascose ma sempre all’insegna della signorilità e del rispetto delle idee altrui. Scrivere, per me, da oggi in poi, sarà come dovermi ricordare di te ogni volta. Certi insegnamenti non si dimenticano mai. Ciao Paolo”.