Il “Comitato per la qualità della vita”, sotto l’egida del Presidente, Prof. Carmine Carlucci, ha promosso una serie di eventi per celebrare la “Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace” istituita con la legge 12 novembre 2009 n. 162, giorno in cui ricorre, talaltro, l’anniversario della strage di Nassirya.
In particolare, venerdì 10 novembre, sono stati ricordati i Caduti della Seconda Guerra Mondiale e le vittime della cosiddetta “Notte di Taranto”, l’11 novembre 1940, quando la flotta navale della Regia Marina italiana, dislocata nel porto locale, riportò gravi danni in seguito ad un bombardamento ad opera della flotta aerea della Royal Navy.
Oggi, invece, presso l’Istituto Professionale Pacinotti di Taranto, dopo un omaggio ai Caduti sulle note della banda musicale del Liceo Archita di fronte al cippo dedicato agli eroi di Nassirya, gli studenti hanno partecipato alla conferenza “Le missioni internazionali dell’Arma nella dimensione storica”, tenuta dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Taranto, Colonnello Gaspare Giardelli. Come ha precisato il Comandante, alcuni eventi storici portano con sé “un dovere di formazione” ovvero la trasmissione di valori alle nuove generazioni. Perché ricordare i Caduti significa ricordare non solo chi ha perso la vita combattendo e credendo nella Pace, ma anche celebrare gli ideali di libertà e democrazia di cui i militari e i civili impiegati nelle missioni internazionali si fanno portavoce. A distanza di venti anni dall’eccidio di Nassirya, di quella mattina del 12 novembre 2003 in cui morirono 28 persone, 9 iracheni e 19 italiani, di cui 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e 2 civili, restano impresse le immagini della palazzina “Maestrale” – quartier generale dell’Arma dei Carabinieri impegnati nella missione – andata distrutta, lo sgomento del militare che sa di aver perso “fratelli in armi” e la folla di persone accorse davanti all’altare della Patria per rendere onore a quegli eroi sconosciuti. In quella circostanza, come ha sottolineato il Col. Giardelli, il coinvolgimento emotivo che scaturì da quella tragica notizia fece comprendere ancor di più l’importanza delle missioni internazionali delle Forze Armate italiane. Dopo aver ricordato il doloroso evento, il Comandante Provinciale ha spiegato agli studenti che l’Arma dei Carabinieri è oggi impegnata in ben ventuno Paesi – nell’ambito di missioni della NATO, dell’UE e dell’ONU, e in virtù di accordi bilaterali – ove è parte fondamentale nelle attività di ripristino, salvaguardia e tutela delle istituzioni locali, e si distingue, in particolare, in attività di polizia giudiziaria, di contro – terrorismo, di intelligence e contrasto alla criminalità organizzata, di garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica, anche attraverso attività di “training” delle polizie locali. Dal 1998, l’Arma ha infatti costituito una unità multispecializzata, la Msu (Multinational specialized unit) e, quale forza armata e al tempo stesso forza di polizia, svolge anche all’estero tutte quelle attività volte a contribuire al ripristino e/o alla difesa dello stato di diritto e dei diritti umani. Anche attraverso la Msu, nelle missioni fuori area, l’Arma ha conquistato la fiducia e la stima delle popolazioni, facendosi apprezzare per la vicinanza e la prossimità, quella stessa vicinanza e prossimità che la capillarità delle Stazioni dei Carabinieri permette sul territorio nazionale. All’estero come in Italia, il Carabiniere è “tra la gente e per la gente” e opera a stretto contatto con la popolazione.
Oggi come allora, c’è chi, tra le fila dell’Arma, con senso del dovere e spirito di sacrificio, accetta il rischio di andare in teatri operativi difficili, spesso segnati da conflitti in atto, per aiutare donne, uomini e bambini a vivere e a costruire una società più libera e giusta.